Il Rendiconto MiFID, detto anche “Rendiconto dei costi ex post” o “Rendiconto costi e oneri” è diventato il faro guida per tutti gli investitori che vogliono avere un quadro completo dei costi associati ai propri investimenti.
Introdotto con l’ultima MiFID2, la direttiva europea che regola il mercato degli strumenti finanziari, ha come obiettivo principale quello di dare evidenza dettagliata e trasparente dei costi e degli oneri sostenuti nell’anno precedente dagli investitori che operano sui mercati attraverso banche e altri intermediari.
Si è posto così fine alla mancanza di totale trasparenza lato commissioni da parte degli intermediari e alla difficoltà per gli investitori di avere a disposizione un quadro unico in cui recuperare queste informazioni ed evitare di investire i propri fondi senza avere una piena consapevolezza dei costi effettivi.
Del resto si sa, i costi, oltre ad essere certi, quando sono eccessivi incidono negativamente sulle performance degli investimenti.
Ora, grazie al Rendiconto costi e oneri, si ha lo strumento adatto per avere sempre tutto sotto controllo. Ma sappiamo come leggerlo ed interpretarlo?
Vediamolo subito.
Rendiconto costi e oneri MiFID: cosa contiene, chi lo redige e quando è possibile consultarlo
L’obbligo della rendicontazione dei costi e oneri connessi alla prestazione di servizi di investimento e accessori sono a carico della banca, dei Consulenti Finanziari Autonomi, delle Società di Consulenza Finanziaria, SIM e ai gestori che commerciano quote di OICR.
Questi soggetti sono tenuti a consegnare entro il 30 aprile di ogni anno il documento riepilogativo dei costi e oneri alla propria clientela e a tal proposito si raccomanda (CONSOB n.1/2020 del 7/5/2020) agli intermediari che le informazioni contenute nel Rendiconto costi e oneri debbano consentire:
- la pronta individuazione, all’interno dei documenti trasmessi, della disclosure su costi e oneri, in tutti gli elementi considerati rilevanti dal legislatore;
- la comprensione del significato delle voci esposte;
- la valutazione dell’effettiva incidenza delle voci considerate;
- la riconciliazione delle voci esposte nell’informativa analitica con quelle presenti nell’informativa aggregata;
- la comparazione dei documenti ricevuti da diversi intermediari.
Strutturato in maniera chiara e sintetica, il Rendiconto MiFID si configura quindi come un vero prospetto dei costi effettivamente sostenuti l’anno precedente rispetto al capitale investito, espressi sia in valori assoluti che in forma percentuale.
La rendicontazione su costi e oneri dovrebbe inoltre essere resa alternativamente:
- come documento unico e distinto trasmissibile contestualmente ad altri documenti, come il rendiconto periodico di gestione o quello sugli strumenti finanziari;
- come parte di un documento dal contenuto più ampio, ma sempre tra le prime pagine e con opportuna evidenziazione grafica, attraverso un’idonea e specifica intitolazione in carattere grassetto e senza che nella sezione medesima siano riportate ulteriori informazioni.
Guida alla lettura del Rendiconto MiFID
Purtroppo, non esiste un modello standardizzato di Rendiconto costi e oneri MiFID e quindi ogni banca e intermediario tenuto alla sua redazione produce un proprio layout, rendendolo disponibile online in modi diversi.
Nè, d’altra parte, i vari intermediari hanno brillato per puntualità nella consegna del prospetto alla clientela negli ultimi anni.
Quindi, nell’attesa che il legislatore provveda ad una sua standardizzazione anche per questo aspetto “formale”, suggeriamo le voci da riscontrare con attenzione nella lettura del Rendiconto MiFID:
- costi e oneri di prodotto: sono i costi legati all’acquisto di strumenti finanziari, come costi una tantum e spese correnti;
- costi e oneri di servizio: sono costi applicati dalla banca al cliente per i servizi di investimento erogati, come il costo per la detenzione titoli/strumenti finanziari sul conto;
- oneri fiscali: rappresentano le tasse pagate sugli investimenti, come l’imposta di bollo e l’eventuale tassazione sui guadagni maturati dalla vendita di asset presenti in portafoglio;
- totale costi e oneri: è la sommatoria di tutti i costi e oneri sostenuti.
In generale, si ricorda che la tabella dovrebbe essere accompagnata da una sintetica spiegazione del significato di ciascuna voce di costo, quindi viene minimizzata ogni incomprensione per gli investitori.
In calce al prospetto dovrebbe poi essere riportata in modo chiaramente individuabile l’illustrazione dell’effetto cumulato dei costi sul rendimento, riportando altresì l’indicazione del rendimento lordo e di quello netto realizzati nel periodo.
Criticità e opportunità di accesso al Rendiconto MiFID
Data la sua recente adozione da parte degli operatori del settore, non sorprende che ancora pochi investitori siano a conoscenza di questo documento e neanche che gli intermediari finanziari abbiamo negli scorsi anni tardato nella consegna di questo documento.
A differenza dei report trimestrali che vengono recapitati direttamente nella casella di posta elettronica dei clienti, il Rendiconto costi e oneri MiFID viene spesso reso disponibile nella documentazione dell’home banking senza un particolare avviso.
È stato inoltre riscontrato ad oggi che gli intermediari tradizionali preferiscono allegarlo in documenti informativi di più ampio respiro, piuttosto che preferire la realizzazione di un prospetto ad hoc, di più facile e immediata individuazione e consultazione da parte degli interessati.
Attualmente pare che talvolta solo su richiesta esplicita sia possibile ottenere questo report, quindi invitiamo ad essere solerti con il vostro intermediario di riferimento nella richiesta della consegna del Rendiconto costi e oneri MiFID per poter fare tutte le considerazioni del caso.
Tali considerazioni verterebbero inevitabilmente sull’ammontare dei costi rispetto non solo alla struttura del portafoglio, ma anche ai rendimenti ottenuti dallo stesso nell’ultimo periodo.
E se questi incidono negativamente sulla performance generale del portafoglio del cliente, c’è da chiedersi se non sia il caso di rivedere, causa inefficienze di costo, l’asset allocation del proprio portafoglio. O rivedere le scelte di portafoglio all’interno dell’asset allocation.
La Consulenza Finanziaria Autonoma come garanzia di trasparenza e puntualità nella ricezione del Rendiconto costi e oneri MiFID
Con l’introduzione dell’obbligo di rendicontazione sui costi e oneri, sempre più investitori saranno consapevoli dei costi dei loro investimenti e dei conflitti di interesse presenti nel sistema finanziario tradizionale.
I Consulenti Finanziari Autonomi (CFA) e le Società di Consulenza Finanziaria (SCF) offrono una consulenza chiara nella comprensione del Rendiconto MiFID e nell’accesso ad esso in maniera puntuale rispetto alle scadenze previste per legge.
Al contrario dei consulenti legati alle banche e a tutti quegli intermediari che maturano retrocessioni sui prodotti venduti alla clientela, i CFA non vendono prodotti finanziari, ma sono retribuiti direttamente dal cliente per i loro servizio di consulenza in materia di investimenti, evitando così conflitti di interesse e offrendo una rapporto più trasparente e orientato verso i reali interessi dell’investitore.
Conoscere quindi i costi effettivi dei propri investimenti è fondamentale per ottimizzare le proprie performance finanziarie, ma avere a disposizione la giusta documentazione, come il Rendiconto costi e oneri MiFID, può non essere immediato.
Decidere oggi stesso di farsi affiancare da una figura professionale indipendente che non abbia alcuna reticenza o interesse di parte nella gestione del patrimonio dei propri clienti è la scelta vincente per una corretta pianificazione finanziaria.