L’oro è stato da sempre considerato un bene rifugio sicuro per gli investitori, grazie alla sua storia millenaria e alla sua capacità di conservare il valore nel tempo.
Ma come si inserisce l’oro in un portafoglio di investimenti moderno? E qual è soprattutto il momento giusto per investire in questo metallo prezioso?
In questo articolo esploreremo il ruolo dell’oro nella veste di asset class strategica di portafoglio, discutendo non solo i vantaggi e gli svantaggi di investire in oro, ma anche quando e con quali strumenti finanziari.
Vantaggi e Svantaggi di Investire in Oro
L’investimento in oro porta con sé una serie di vantaggi e svantaggi a seconda di come viene inserito in portafoglio e in che quantità.
Uno dei principali vantaggi di includere l’oro in portafoglio è la sua capacità di diversificare il rischio. L’oro, infatti, ha una bassa correlazione con altre classi di attività come azioni e obbligazioni e funge da ammortizzatore durante periodi di volatilità del mercato.
Un secondo vantaggio è che mentre le valute possono perdere valore a causa dell’inflazione, l’oro è una materia scarsa in natura, con tante applicazioni industriali e che conserva le sue qualità fisiche e il suo valore nel tempo. Per questa capacità è spesso visto come un’assicurazione contro la svalutazione della moneta.
Il terzo vantaggio è che l’oro è un asset liquido e non corre rischio di default. Può essere facilmente acquistato o venduto in tutti i mercati globali attraverso molti modi, dall’acquisto di lingotti e monete fisiche, all’investimento in fondi comuni o ETF (Exchange Traded Fund) legati all’oro, fino a strumenti derivati complessi (futures, opzioni e CFD).
Inevitabilmente, dall’altro lato, vi sono anche aspetti che possono renderlo un asset non adatto a tutti i portafogli di investimento.
In primis, l’oro non è adatto a chi ricerca rendimenti nel breve termine in quanto i movimenti di prezzo di questo asset sono generalmente lenti e a bassa volatilità (salvo in caso di forti mutamenti del contesto economico)
Secondo, l’oro non protegge in caso di inflazione al rialzo, scenario di mercato in cui si preferisce ridurre le dotazioni in oro in favore di asset class che generano rendimenti migliori (azioni e obbligazioni).
Terzo, alcune forme di investimento in oro hanno costi collaterali che possono erodere i rendimenti, come ad esempio i costi di custodia e assicurazione per l’oro fisico, i premi pagati sulle opzioni e gli interessi overnight sui CFD.
Vediamo ora quando conviene investire.
Quando conviene investire in oro?
Lo scenario attuale di Aprile 2024 vede l’oro (Gold:GCM4) alla sua massima quotazione storica intorno ai $ 2,400.00 l’oncia, trainata da una forte spinta rialzista iniziata a fine febbraio (+16%).
Tra i vari motivi che sottendono questa recente corsa possiamo ravvisare:
- l’attesa per i tagli dei tassi di interesse delle banche centrali, che spingono la domanda e le quotazioni dell’oro in alto rispetto ad altri strumenti che rendono meno in un contesto di bassa inflazione;
- l’aumento della domanda delle banche centrali, resosi necessario sia per diversificare le riserve che per combattere gli effetti della pandemia, della crisi economica che ne è seguita e dei recenti rischi geopolitici;
- i rischi geopolitici generati dai recenti conflitti ucraino e medio orientale che aumentano la richiesta di beni rifugio che fanno da riserva di valore.
Quindi cosa fare in questo contesto?
Non è consigliabile acquistare un asset quando il suo mercato è ai massimi (in quanto ci si espone a inutili rischi di contrazioni di prezzo), ma nel caso dell’oro potrebbe aver comunque senso inserirlo in portafoglio.
Il motivo è che il suo valore di mercato è determinato non da una capacità di generare flussi di cassa (come per azioni e obbligazioni), ma dalle sue caratteristiche che ne fanno un bene rifugio in determinati contesti di mercato.
Ad esempio, durante i periodi di forte crescita economica e ottimismo sui mercati gli investitori tendono a posizionarsi su asset che generano performance positive (come azioni e obbligazioni), riducendo al minimo le dotazioni in oro che non generano rendimento.
Ma durante i periodi di decrescita economica o incertezza sui mercati gli investitori cercano stabilità al portafoglio di investimenti e tendono ad aumentare le dotazioni dell’oro che, apprezzandosi, compensa i rendimenti negativi delle altre asset class.
Questo è possibile perché l’oro, che ha un suo valore intrinseco (riserva di valore), è decorrelato rispetto ad altre asset class (più diversificazione) e non può fallire (zero rischio credito), quindi funge come una sorta di assicurazione che protegge il rendimento generale del portafoglio quando i rendimenti delle altre asset class sono negativi.
Al di là di queste considerazioni, l’investimento in oro dipende in generale dagli obiettivi e dall’orizzonte di investimento del singolo risparmiatore: sono questi fattori che determinano, in ultima istanza, l’effettiva composizione di portafoglio e che ruolo strategico giocherà l’oro.
Come Investire in Oro
I mercati finanziari danno la possibilità di investire in oro con tipologie di strumenti adatti a tutti i tipi di investitori, dal semplice risparmiatore all’investitore speculativo.
Il metodo tradizionale per investire in oro è sicuramente l’acquisto di oro fisico sotto forma di lingotti o monete da investimento presso rivenditori autorizzati. Il rovescio della medaglia è che detenere oro fisico richiede spazio sicuro per la sua conservazione e può comportare costi di assicurazione e custodia (es. cassette di sicurezza bancarie).
Una seconda via è rappresentata dagli ETF e dai Fondi comuni di investimento che replicano un paniere di azioni e titoli legati ad azioni emessi da società che operano nell’ambito dell’estrazione, della lavorazione o del commercio di oro. Se ne deduce che con questo tipo di strumenti si investe indirettamente nel metallo prezioso, ma con il vantaggio di avere in portafoglio veri e propri strumenti finanziari quotati sui mercati, liquidi e generalmente conosciuti da tutti i risparmiatori.
Salendo di livello si ha l’acquisto diretto di azioni di società legate all’estrazione, lavorazione o commercio di oro. Rispetto ai fondi comuni o agli ETF che investono in un paniere di attori che lavorano lungo tutta la filiera dell’oro, le azioni permettono di puntare su un unico cavallo, ma saper individuare quello vincente è pane per investitori esperti. In altre parole si corre il rischio di acquistare l’azione di una società che potrebbe non macinare utili e dividendi anche per molto tempo.
Infine, per gli investitori più esperti e disposti a assumere rischi maggiori, è possibile investire in oro attraverso futures, opzioni e CFD. Questi strumenti derivati permettono di scommettere sul prezzo futuro dell’oro e senza doverlo possedere fisicamente. Sono strumenti complessi che richiedono una gestione attenta e non sono adatti a investitori inesperti.
Perché inserire oro in portafoglio
Compresi anche i casi d’uso e gli strumenti di investimento non resta che passare all’operatività.
Come visto l’oro può svolgere un ruolo importante come asset diversificante che, a seconda del contesto economico, può diventare un asset protettivo o un motore di performance (funzioni attive).
In assoluto poi mantiene sempre le sue funzioni “passive” di bene rifugio e riserva di valore e solo per queste l’oro è parte integrante di moltissime strategie di investimento.
Con una corretta analisi e un’allocazione strategica questo strumento può rivelarsi quindi un elemento prezioso per ogni risparmiatore.